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Transgender Day of Remembrance: una giornata in memoria delle vittime dell’odio transfobico

Questo mese la redazione del GiovedìQueer ha chiesto un commento ed una spiegazione su cosa sia il TDOR e perché sia importante parlarne alla nostra sorella di chiesa Valentina Coletta, attivista trans, operatrice del MIT e membro della chiesa metodista di Bologna.

“Il Transgender Day of Remembrance è una ricorrenza ideata dall’attivista trans Gwendalin Ann Smith per ricordare l’omicidio di Rita Hester avvenuto il 20 novembre 1998. Dal 1999 è divenuta ricorrenza a livello mondiale di tutta la comunità trans per ricordare tutte le vittime dell’odio transfobico. Anche in Italia è una ricorrenza molto sentita poiché, ahinoi, il nostro paese ha il triste primato in Europa per il più alto numero di assassini di donne trans a causa dell’odio transfobico. Il 60% delle vittime erano lavoratrici sessuali, l’89% negli USA sono persone con ascendenza afro-americana, il 73 % delle vittime in Europa sono donne trans migranti. Questi dati ci fanno capire quanto il corpo delle donne trans sia oggetto di crimini d’odio che sono intersezionali tra di loro e ci fanno comprendere qualcosa di più su quanto sia pervasivo il peso dell’eteropatriarcato sulle minoranze sessuali e razzializzate. Le donne trans nel nostro paese muoiono perché hanno scelto di tradire il patriarcato per vivere liberamente il proprio genere percepito, perché la marginalità sociale quasi impone come unica strada per il riscatto quella del lavoro sessuale che espone all’odio puttanofobico, perché spesso nere e migranti in cerca di un futuro in Europa o costrette dai trafficanti di essere umani a venire nel vecchio continente.

Noi cristiani e cristiane come possiamo rispondere a questo appello della comunità trans? Le chiese battiste, metodiste e valdesi nel lontano 2006 hanno confessato il peccato di omofobia. Credo che sia giunto il momento di fare confessione di peccare di transfobia. Ancora oggi per molte persone trans è difficile avvicinarsi alle chiese perché escluse da secoli dalla fede ufficiale e dalla storia. Non esiste ancora un dibattito nelle nostre chiese che sia apertamente di lotta alla transfobia che ha caratteristiche diverse dalle altre forme di odio verse le minoranze sessuali. Personalmente posso dare una testimonianza positiva di accoglienza e inclusione all’interno delle chiese ma non è stato sempre così facile. Come cristiani e cristiane dobbiamo preparare e costruire comunità sempre più inclusive per un annuncio dell’Evangelo e di quel Cristo che ha deciso di incarnarsi, annunciare che Gesù chiama tutti e tutte e di certo non guarda l’identità sessuale delle persone. Il nostro peccato non sta nelle nostre identità ma nelle opere che vanno contro il comandamento dell’amore. La transfobia e tutti i crimini d’odio commessi contro le persone trans sono una violazione del Gran Comandamento e vanno denunciati con forza dal pulpito e nelle strade affinché sia annunciato Cristo liberatore e richiesta giustizia.”

Valentina

Glossario

Intersezionalità: è la sovrapposizione, o intersezione, di diverse caratteristiche come possono essere il genere, l’etnia, l’orientamento sessuale, la posizione sociale. Ciascuna di queste caratteristiche può essere bersaglio di pregiudizio, discriminazione, odio, violenza e sopraffazione.

Eteropatriarcato: termine che, partendo dal riferimento alla figura del padre come detentore del potere in famiglia, e in particolare su moglie e figlie, descrive il sistema nel quale attualmente viviamo, in cui il genere maschile, unito all’eterosessualità, ha più potere rispetto ad altri generi e altri orientamenti sessuali.

Puttanofobia: termine forte utilizzato dal femminismo sex work positive, cioè non ostile al lavoro sessuale in sé,per descrivere lo stigma sociale attorno alla prostituzione e a chi la esercita, indipendentemente se in condizioni di sfruttamento o di libera scelta.