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30 mesi di GiovedìQueer

Trenta mesi di Giovedì Queer

Eccoci al nostro ultimo post! Dall’11 al 14 novembre si è finalmente svolto in presenza il tanto atteso XXII Congresso della FGEI. Il Congresso, momento importantissimo della vita della Federazione, conclude il passato mandato e ne avvia uno nuovo, questo passaggio di testimone investe naturalmente anche la rubrica del #GiovedìQueer. Vogliamo quindi raccogliere le nostre idee, diventate articoli nel corso di questi 30 mesi, presentandovi un sunto del lavoro che abbiamo realizzato da maggio 2019 ad oggi.
Gli articoli sono suddivisi in sezioni tematiche, e potreste incontrare qualche incongruenza di linguaggio tra i primi e i più recenti; abbiamo preferito non correggerli, lasciando evidente il percorso portato avanti in questi due anni e mezzo di riflessione.
Questo articolo vuole essere un sommario, nel senso che tiriamo anche le somme sulla nostra esperienza e su quanto fatto insieme.

Alfabetizzazione queer

Questa sezione contiene gli articoli nei quali abbiamo cercato di spiegare qualcosa del mondo queer a chi non lo conosce ancora bene.
Innanzitutto, abbiamo raccolto alcuni consigli su come essere buonɜ alleatɜ per le persone queer che fanno parte della nostra vita e vogliamo supportare;
E se tu che ci leggi hai ancora le idee confuse su quali e quante siano le molteplici identità che caratterizzano gli esseri umani, non sei solǝ -anzi, anche noi della redazione abbiamo imparato molto in questi anni, e siamo certɜ che impareremo in futuro. In questo nostro  Glossario Rainbow abbiamo provato a presentare le principali identità che compongono il mondo LGBTQIA+, con le loro favolose bandiere.
Un orientamento sessuale meno visibile e per questo spesso narrato attraverso pregiudizi e stereotipi è quello bisessuale/pansessuale. Per questo ci abbiamo tenuto a sfatare qualche mito sulla bisessualità e sulla pansessualità.
Infine, abbiamo detto la nostra su come utilizzare al meglio la lingua italiana per includere tutte le identità, in un articolo che presentava l’evento “Pride o Pridǝ?”, del 24 giugno 2021. Anche se l’evento è passato, resta valido e interessante il video in cui Emma Amarilli Ascoli e Gabriele Bertin ci invitano a riflettere sul linguaggio che usiamo quotidianamente.

Traduzioni, adattamenti e divulgazioni
In questa sezione raccogliamo articoli tradotti e/o adattati da testi che hanno espresso perfettamente qualcosa che, come giovani cristianɜ queer o alleatɜ avremmo voluto innanzitutto sentirci dire, soprattutto in famiglia e in chiesa, e poi ripetere a chi ha bisogno di sentirsi accoltǝ per ciò che è. Si tratta di riflessioni biblico/teologiche, ma anche di testimonianze personali.

La più grande fatica delle persone cristiane e queer e dellɜ loro alleatɜ è quella di impedire che la Bibbia venga usata come un’arma contro di loro: per questo abbiamo raccolto cinque obiezioni efficaci da usare contro l’interpretazione letterale delle Sacre Scritture.
Eppure, resta radicata l’idea che alcune relazioni o identità costituiscano un peccato agli occhi di Dio. Per questo abbiamo tradotto un articolo che contesta questa visione, affermando che l’amore non è mai un peccato.
Molti genitori di figlɜ trans faticano ad accettare la loro identità, e vivono la transizione come un “lutto”. Nelle parole della madre di una ragazza trans troviamo il superamento di questa concezione e il pieno sostegno che ogni genitore dovrebbe dare allɜ propriɜ figlɜ, a prescindere dalla loro identità di genere o dal loro orientamento sessuale.
Durante il primo lockdown del 2020, mentre alcune persone hanno ritrovato il piacere di passare del tempo in famiglia, altre, a causa della loro identità, si sono viste in trappola con genitori omofobi, bifobici, transfobici, o con partner violentɜ, senza sapere come uscirne per chiedere aiuto. In questo caso abbiamo raccolto e tradotto le loro storie, ma abbiamo anche fornito tutti i contatti possibili per chi avesse bisogno urgentemente di aiuto: è importante tenerli presenti, anche oggi.
Probabilmente il testo più spesso usato contro le persone LGBTQIA+ è la prima epistola di Paolo ai Romani, ma cosa dice veramente? Le parole di Paolo non hanno a che fare con l’”omosessualità” come la intendiamo oggi, ed è bene tenerlo a mente non solo per liberare sorelle e fratelli queer da uno stigma durato secoli, ma anche per liberare la Scrittura da traduzioni fuorvianti che opprimono ed escludono quel prossimo che Gesù ci invita ad amare come noi stessɜ.
Un altro racconto biblico molto discusso, questa volta dal cristianesimo queer-friendly, è la storia di Davide e Gionata. Attraverso il saggio “L’omosessualità nella Bibbia e nell’antico vicino oriente”, di T. Römer e L. Bonjour, abbiamo parlato dell’amore tra due uomini, che, se anche non fosse romantico e/o sessuale, resta un sentimento forte, valido e semplicemente bello, e come tale, Dio lo benedice.
Esiste, comunque, una tendenza positiva, trasversale a tutte le grandi confessioni cristiane, verso l’accoglienza dei credenti LGBTQIA+. Ne abbiamo parlato a partire dalla riflessione dell’antropologo B. L. Corey, che ne analizza le cinque ragioni principali, che abbiamo riportato, cercando di applicarle anche al contesto socioculturale italiano.

Testimonianze e interviste originali

Una parte fondamentale del nostro lavoro è stata quella di dare voce il più possibile a persone queer che avessero qualcosa da raccontarci, perché siamo convintɜ che nessunǝ debba arrogarsi il diritto di parlare al posto di chi è direttamente interessatǝ. Sono testi scritti apposta per la nostra rubrica, da o con persone che si sono rese disponibili a farlo, e che ringraziamo di vero cuore.
Abbiamo iniziato condividendo una testimonianza sul tema della partecipazione al Pride di Progetto Gionata, gruppo di giovani LGBTQIA+ di provenienza perlopiù cattolica ed evangelica pentecostale, attivɜ nel costruire un cristianesimo diverso, accogliente e rispettoso verso tutte le diversità.
Cosa succede quando invece l’accoglienza non avviene, ma al contrario, si verifica un vero e proprio ostracismo da parte della chiesa e della stessa famiglia di una persona queer? Una giovane evangelica ci ha raccontato la sua esperienza, per ricordarci che l’omobitransfobia nelle chiese è un pericolo per la vita e la salute mentale delle persone che la subiscono.
Per il TDOR, ovvero la giornata in memoria delle vittime dell’odio transfobico, abbiamo ascoltato la testimonianza della nostra sorella, predicatrice e attivista Valentina Coletta, che ci ha raccontato come è nata questa giornata, e cosa possiamo fare, come chiese e come persone, per contrastare la transfobia;
Spesso le identità trans e non binarie vengono confuse con la pratica del drag. Per fare chiarezza abbiamo coinvolto moltɜ espertɜ che ci dessero una prospettiva completa: le drag Marcella e Nuvenia, che ci hanno raccontato la loro arte; il pastore Dario Monaco, che ci ha offerto una prospettiva biblica e teologica sul tema; il pastore Gabriele Bertin, invece, ha curato per noi l’introduzione storica.
Tra i contributi più apprezzati della nostra rubrica, abbiamo avuto quello teologo cattolico malese Joseph Goh per spiegarci meglio in cosa consiste la teologia queer; Joseph ci ha guidato alla scoperta di Dio nella sua immensità e imprevedibilità, impossibile da “chiudere in una scatola”;
E se noi umani tendiamo a voler mettere limiti a Dio, possiamo fare molto peggio ad altri esseri umani solo perché divergenti dalla maggioranza. Abbiamo voluto perciò affrontare l’argomento delle cosiddette “terapie riparative”, ovvero dei percorsi che propongono la conversione/guarigione da qualsiasi identità queer, pubblicando la testimonianza di una nostra sorella che ha incontrato una terapeuta che ha provato a “guarirla” dal suo orientamento sessuale.
Una delle identità queer che incontra maggiori difficoltà nell’essere riconosciuta è validata è quella legata allo spettro asessuale e aromantico, abbiamo chiesto a una giovane che si identifica come asessuale di raccontarci la sua esperienza -e poi abbiamo provato anche a chiedere cosa ne pensasse Paolo di Tarso, interrogando direttamente la sua lettera ai Corinzi.

Chiese in cammino verso l’accoglienza
In questa sezione raggruppiamo notizie e riflessioni sul cammino delle nostre chiese BMV, e della Chiesa tutta, verso l’accoglienza di tutte le identità.
Ad esempio, abbiamo accolto con gioia il programma “Identity, Diversity and Dialogue” istituito dalla WSCF (World Student Christian Federation), che ha prodotto un prezioso documento, redatto a Nairobi nel luglio del 2019.
E le nostre chiese BMV, invece, a che punto sono? Abbiamo chiesto a persone queer, giovani e meno giovani, che sono membri delle nostre chiese, o le frequentano da simpatizzanti, di raccontarci il loro rapporto con Dio, la comunità e la fede. Abbiamo raccolto queste testimonianze in due uscite (qui la prima parte, qui la seconda), rispettivamente accompagnate da due video prodotti da Emma e Irene della redazione, che spiegano meglio il progetto del Giovedì Queer e le sue finalità.
Un momento ormai divenuto tradizionale anche al livello ecumenico è la veglia di preghiera  organizzata intorno al 17 maggio, giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Queste tre preghiere sono il contributo della redazione del Giovedì Queer.
Pur con tutte le difficoltà, è possibile affermare che le religioni si siano messe in dialogo con le identità queer. A questo scopo è nata la Giornata Internazionale del Dialogo tra Religioni e Omosessualità, che ricorre il 13 gennaio. In questa occasione, abbiamo dialogato con Paolo, un giovane pentecostale attivo nel gruppo “Progetto Gionata”, che ci ha posto delle domande sul nostro percorso, e a cui abbiamo posto delle domande a nostra volta.
A un certo punto, allora, ci siamo chiestɜ: perché il cristianesimo, che dovrebbe riflettere il messaggio di Gesù d’amore e accoglienza verso chiunque, viene soprattutto associato alla peggiore omobitransfobia e alla morale sessuale più giudicante e retrograda? Cosa possiamo fare, cosa possiamo dire? Ne è emersa una riflessione che è anche una confessione di fede e una dichiarazione di intenti, per oggi e per il futuro.
Questo futuro possiamo costruirlo, consapevoli anche del nostro passato non troppo lontano: lo abbiamo voluto esplorare chiedendo al fratello e attivista Giorgio Rainelli di raccontarci come è nata la REFO (Rete Evangelica Fede e Omosessualità) alla fine degli anni Novanta, cosa si prefiggeva, cosa ha realizzato, cosa è cambiato nel frattempo e cosa possiamo fare da domani in poi.

Contenuti speciali per le vacanze

In questa sezione trovate invece tutti gli articoli pensati per la pausa natalizia o quella estiva, nei quali abbiamo raccolto dei materiali di studio, ma anche di svago, e soprattutto di sostegno nel nostro percorso.
L’estate è il momento ideale per leggere, guardare film o iniziare una serie, e per questo abbiamo elencato negli articoli di agosto 2020 e agosto 2021 i suggerimenti sui film, libri e serie tv che ci hanno particolarmente colpitɜ e sostenutɜ, da godersi sotto l’ombrellone, ma anche altrove e per tutto l’anno.
Per il Natale, abbiamo raccolto dei versetti biblici che ci fanno sentire pienamente al centro dello sguardo amorevole di Dio per l’umanità, e che vogliamo tenere presenti per i momenti difficili nei quali ci sentiamo affaticatɜ e oppressɜ. Lo abbiamo fatto, in occasione del Natale 2019, traducendo un articolo trovato su QueerTheology (sito e pagina da seguire!).
L’anno successivo, con le difficoltà legate al non potersi vedere di persona, abbiamo realizzato dei video in cui leggiamo dei versetti a noi cari, per sentirci vicinɜ anche a distanza.
Tutti questi suggerimenti, pensati e raccolti principalmente per essere di sostegno per le persone queer credenti o in ricerca, offrono comunque spunti interessanti per tuttɜ coloro che vogliono approfondire i temi legati alle identità e alle lotte LGBTQI+.

Il XXII Congresso della FGEI, pur riconoscendo il lavoro del gruppo di lavoro del GiovedìQueer come positivo, ha ritenuto, d’accordo con la Relazione finale del Consiglio del XXI mandato, che il progetto non sia riuscito a stimolare una vera e propria riflessione da parte della Federazione, poiché la scelta di pubblicare solo articoli, obbligata dalla situazione pandemica di Covid-19, ha impedito di sviluppare momenti di confronto dal vivo, laddove invece l’intento che ha dato vita alla mozione del XXI Congresso avrebbe richiesto forme diverse, in cui fgeine e fgeini potessero esprimersi e confrontarsi direttamente. Per questa ragione, il XXII Congresso non ha espresso la volontà che il progetto Giovedì Queer continui.

Dall’assemblea è nato però un ODG, ovvero una dichiarazione di attenzione e impegno che, per quanto non vincolante, suggerisce al Consiglio del XXIII mandato di tenere in considerazione il suo contenuto.
Il testo dell’ODG è il seguente:

Il XXII Congresso, alla luce della centralità che hanno assunto nella sua storia, e in particolare nel corso del XXI Mandato le tematiche relative a Genere, LGBTQIA+, Identità e all’uso di un linguaggio ampio,

auspica che il Consiglio, tenendo presente le forze a disposizione, valorizzi l’iniziativa di singoli/e e gruppi giovani, che vogliano continuare a trovare modalità e spazi per riflessioni su tali tematiche in uno spirito di apertura critica a nuove prospettive, appoggiandosi sugli spazi di comunicazione che già possiede e prestando attenzione agli eventi e stimoli proposti dai nostri centri giovanili su tali tematiche. 

Come redazione, ci sentiamo di aggiungere che, anche se il progetto Giovedì Queer si ferma, le nostre speranze, le nostre battaglie e il dialogo costante con chi ci ha seguitɜ e vuole continuare a farlo resteranno in movimento. Siamo uscitɜ cambiatɜ da questa esperienza, nel linguaggio e in tutti quegli aspetti che da esso derivano e che hanno trovato applicazione nella nostra vita quotidiana; abbiamo imparato ad andare più a fondo e guardandoci indietro non possiamo non riconoscere i grandi passi avanti fatti in particolare nell’aumento di consapevolezza su tematiche inizialmente solo sfiorate. Abbiamo pian piano sempre più investito nel nostro impegno e nel nostro coinvolgimento con materiali che partissero da esperienze personali nostre o della nostra rete di conoscenze di credenti queer. 

Sappiamo che il nostro lavoro ha raggiunto persone al di fuori della FGEI che ci hanno ringraziatɜ personalmente, e continuiamo a lavorare per rendere le nostre chiese più inclusive, ricche di identità diverse e messaggere della Buona Notizia, che ci dice che c’è spazio per tuttɜ, e per tuttɜ l’Amore di Dio non verrà mai meno.

Siti dove continuare a trovare materiale sul mondo queer e cristianesimo:
Progetto Gionata
QueerTheology

WSCF – SCM Canada 

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